giovedì 11 settembre 2008

IL VAMPIRO - John W. Polidori -

*** (voto 3/4)
Autore : JOHN WILLIAM POLIDORI
Edizione : Studio Tesi
Prima edizione 1984

QUARTA DI COPERTINA: The Vampyre di John Willian Polidori, apparso nel 1819 su "New Monthly Magazine", primizia della letteratura macabra inglese, si presenta come l'archetipo di ogni futuro vampiro, come un perfetto repertorio degli elementi tipici del racconto dell'orrore. Tuttavia l'originalità maggiore di questa creatura letteraria sta nella movimentata storia della sua pubblicazione, fatta di smentite e di attribuzioni contestate. In questo volume il lettore potrà trovare , oltre a The Vampyre e alle illustrazioni che lo commentano, il Frammento di Byron da cui Polidori elaborò il suo racconto, e diversi altri scritti fra cui lettere e pagine di diario che fanno luce sui momenti salienti della vicenda editoriale di The Vampyre.

La sensazione è quella di vedere il film originale, dopo averne visto il rifacimento.
Mi spiego meglio: come dalla quarta di copertina, si capisce che non è il famosissimo Dracula, il primo vampiro della letteratura, ma Il vampiro di Polidori, seguito poi da Carmilla di Le Fanu. Ecco il fatto è che siamo abituati a vedere/leggere vampiri moderni, e i classici da cui sono nati, fanno un po' sorridere e quasi lasciano in bocca un sapore amaro, quasi un "tutto qui"???? La storia di per sè è carina, anche se ho preferito di gran lunga Carmilla, più suspense e più caratteristiche horror, questa storia invece, è un po' insipida... Polidori la partorisce in 3 giorni e nasce come un racconto breve, non tanto come romanzo. Perciò non ci si può aspettare la storia di un vampiro alla Anne Rice moderna. Dalla sua però ha una caratteristica fondamentale: dà il via al vampiro bello, affascinante, ben vestino, al quale nessuna donzella può resistere. Questa è una caratteristica importante che ritroviamo poi nei vampiri moderni, che hanno di fondo la caratteristica di essere assetati di sangue ma con signorilità...
Sostanzialmente non è un racconto brutto, anzi, si possono leggere tra le righe molti romanzi moderni, e forse per l'epoca era veramente impressionante, ora fa un po' sorridere.
Il Frammento di Byron da cui si è ispirato invece non mi è piaciuto affatto. Ho apprezzato di più il terzo racconto, La sposa delle Isole di Anonimo. Racconto direi quasi alla pari con Il Vampiro stesso.
Per concludere, questo libro come anche Carmilla, per gli amanti dei vampiri, deve essere letto per capire su che basi poggia il vampiro moderno, leggetelo però cercando di capire in che anno è stato scritto, e quanto innovativo poteva essere per il tempo.

2 commenti:

Mirtillangela ha detto...

Concordo con te! Il Vampiro di Polidori può essere apprezzato solo se contestualizzato nell'epoca in cui venne scritto.
Stoker, Rice, ci hanno abituati a un altro taglio, ad altre atmosfere ed altre tensioni. Più gotiche, più dark.
Il Vampiro di Polidori è ancora un'idea nascente, uno spauracchio popolare più pensato che vissuto. Però fa sempre bene leggerlo! ^_^

Morgana ha detto...

-> MIRTILLANGELA
infatti questo è l'errore che spesso commettiamo, rapportiamo classici o idee appena nate a quello che leggiamo ogni giorno come fosse normale. così non si apprezza. un piccolo sforzo e forse si può capirne di più il senso ;-)