sabato 1 novembre 2008

L'ABITO DI PIUME - Banana Yoshimoto -

**** (voto 4/4)
Autore : Banana Yoshimoto
Edizione : Universale Economica Feltrinelli
Prima edizione Giugno 2005

QUARTA DI COPERTINA: Il titolo originale del romanzo "Hagoromo" (letteralmente: abito di piume) indica un particolare tipo di kimono leggerissimo con dei lunghi nastri indossato dalle tennyo, sorta di donne-angelo, che serviva per volare tra il mondo terreno e l'aldilà. Il ritorno di Hotaru, la protagonista di questo struggente romanzo, nel paese natale rappresenta il suo hagoromo, un vestito che le permette di librarsi in volo alleggerita dal dolore per la perdita della persona amata.

Come già commentato dalla stessa autrice, un libro non di grandi contenuti, non speciale come altri. Ma non è da buttare, anzi.
In questo libro si evidenza la storia di una ragazza che dopo aver fatto per anni l'amante di un uomo sposato, viene lasciata. E da lì il suo tracollo emotivo e psicologico, il senso di vuoto che la devasta e il ritorno nel suo paese natale.
Una lenta ripresa di se stessa, delle proprie emozioni, della proprie sensazioni. Un ritorno dalle persone amate, perdute e ritrovate. Una nuova rinascita.
Buffo pensare a come può cambiare la nostra vita per amore e poi, per riprenderci dalla delusione si torni nel paese in cui siamo cresciuti, che ci ha dato dei punti di riferimento che stranamente non cambiano mai.
Un libro delicato, gentile, e soprattutto vero.
Consigliato.

giovedì 23 ottobre 2008

ARCOBALENO - Banana Yoshimoto

*** (voto 3/4)
Autore : Banana Yoshimoto
Edizione : Universale Economica Feltrinelli
Prime edizione: novembre 2003

QUARTA DI COPERTINA: Orfana del padre, Eiko vive con la madre e la nonna, proprietarie di un ristorante. Finito il liceo, la giovane decide di trasferirsi a Tokyo e trova un'occupazione in un ristorante indonesiano, l'Arcobaleno. Alla morte delle due donne, si ritrova completamente sola. Per vincere il dolore della perdita, Eiko si concentra completamente sul suo lavoro. Il signor Takada, proprietario dell'Arcobaleno, si dimostra molto solidale e comprensivo con lei e le proponedi aiutare la moglie incinta nella conduzione domestica. Questo nuovo impegno,a contatto con un ambiente in apparenza tranquillo, consente a Eiko di riprendersi. Ma presto si accorge di quanto siano orribili i rapporti tra il marito e la moglie, fatti di bugie e tradimenti.

Ammetto che questo libro forse non è il migliore di Banana, la storia tutto sommato è semplice, un po' troppo. Il finale un po' scontato anche se a pensarci bene il classico lieto fine qui non poteva che starci bene. Però c'è una cosa che in tutto questo libro mi ha riempito davvero molto, e che lo rende bello al pari di altri. La descrizione delle sensazioni vissute nella casa, la presenza degli animali e la cura del giardino. Temi anche a me molto cari che mi hanno fatto immaginare non tanto come fosse la casa descritta, quanto quello che provo io quando penso a casa mia, tra l'altro in un momento come questo, in cui sto comprando casa con il mio ragazzo e penso a come sarà appena entreremo e ordineremo le nostre cose. Non dovrà essere una casa triste, ma una casa che rispecchia esattamente ciò che siamo. Ecco, se non altro per questo, merita in pieno il mio voto. Consigliato.

mercoledì 24 settembre 2008

IL CORPO SA TUTTO - Banana Yoshimoto

*** (voto 3/4)
Autore : Banana Yoshimoto
Edizione : Universale Economica Feltrinelli
Prima edizione Giugno 2004

QUARTA DI COPERTINA: I racconto di "il corpo sa tutto" propongono l'arduo percorso dal dolore alla guarigione, attraverso una gamma sorprendente di modulazioni. Il corpo (e la psiche) al centro di questi racconti è così attaccato al dolore da opporsi alla guarigione, fin quando a un tratto la liberazione di fa strada, accarezzando la mente e alleggerendo il peso della carne. Conflitti drammatici, traumi psichici, nodi apparentemente insolubili si sciolgono sotto un raggio di intuizione illuminante, permettendo ai personaggi di uscire dalle loro crisi salvi e arricchiti. Ancora una volta Banana Yoshimoto ci offre un caleidoscopico paesaggio del Giappone, realistico e visionario, doloroso e vibrante di ottimismo.

C'è poco da dire, i suoi libri o piacciono o no, non ci sono vie intermedie. Secondo me ha la capicità di mettere dei concetti profondi e complicati da analizzare in racconti apparentemente semplici e forse quasi sciocchi. Mi ha colpito molto il primo racconto in particolare. Una ragazza che fin da piccola cura con la famiglia una pianta di Aloe, poi trascurata per la malattia della nonna. In punto di morte la nonna delira, ma nel suo delirio dice di spostare la pianta perchè dov'è ora non ha la giusta luce. Alla fine la protagonista del racconto accontenta la nonna, sapendo quasi che da quel momento in poi tutte le piante di Aloe avranno simpatia per lei, perchè se aiuti una pianta, poi tra di loro si parlano e non possono non esserti amiche. Questo un breve riassunto del racconto, mi ha colpito perchè fin da piccola sono convinta della stessa cosa, sia per le piante che per gli animali, aiutane una e tutte le altre lo sapranno... Buffo vederlo scritto, buffo perchè non ne avevo mai dato la giusta importanza. Come è facile sottovalutare le cose semplici...
Lettura consigliata.

IL MANGIALIBRI - Klaas Huizing

** (voto 2/4)
Autore : Klaas Huizing
Edizione : Neri Pozza Tascabili
Prima edizione 1996

QUARTA DI COPERTINA: Johann Georg Tinius, nato il 22.10.1764, morto il 24.09.1846, parroco di Poserna in Sassonia dalla memoria prodigiosa, bibliofilo incallino (poteva individuare con assoluta precisione la tipografia di provenienza dei libri in base all'odore della carta), arrestato nel 1813 con l'accusa di omicidio, destituito dalla sua carica e condannato in un processo indiziario a una lunga pena detentiva senza che mai confessasse i delitti che gli venivano attribuiti... Sulle tracce di quest'uomo singolare si pone un appassionato bibliofilo di oggi: Falk Reinhold che tra oscure allusioni e inaspettate rivelazioni, scopre che la terribile profezie del parroco è indirizzata a lui e riguarda il possibile tramonto del mondo civilizzato.

Chissà perchè ma mi aspettavo tutta un'altra cosa da questo libro. La storia di per sè potrebbe essere interessante, e se fosse stata sviluppata maggiormente lo sarebbe stata ancora di più. La cosa fastidiosa non è tanto che un capitolo narri la storia del parroco e il capitolo successivo la storia del bibliofilo moderno; non lo è nemmeno il fatto che tra questi capitoli si interpongano anche i "tappeti" (delle massime sulla scrittura/lettura), lo è piuttosto il fatto che l'autore parla direttamente con il lettore per mezzo di parentesi che interrompono continuamente la narrazione. Già è difficile seguire due storie contemporaneamente, se poi aggiungiamo questo, è come leggere un libro in ufficio con i colleghi che ti interrompono di continuo.
La scrittura poi non è del tutto scorrevole. Peccato perchè avevo grandi aspettative per questo libri.Irrimediabilmente deluse.

***PAG.23 - E' bello lasciare ai posteri buoni figli. Ma come i figli sono i discendenti del corpo, i libri lo sono dell'anima. I Tappeti contengono la verità intrecciata con i princìpi della filosofia, o piuttosto intessuta e nascosta in essi, come il gheriglio della noce nel suo guscio. Ma i Tappeti non offrono una scrittura artisticamente elaborata, destinata a venire esibita in pubblico. Mi limito a collezionare memorabilia per la mia vecchiaia, un mezzo contro l'oblio, un mero simulacro e una silhouette delle parole tangibili e viventi.***

martedì 16 settembre 2008

FLUO - Isabella Santacroce

*** (voto 3/4)
Autore : ISABELLA SANTACROCE
Edizione : Universale Economica Feltrinelli
Prima edizione Febbraio 1999

QUARTA DI COPERTINA: Un'adolescente alle soglie del suo diciottesimo compleanno. Un'estate a Riccione. Le notti, le discoteche, la spiaggia della riviera adriatica. La protagonista di queste storie riccionesi racconta in prima persona di una sua estate trascorsa in un appartamento condiviso con amici e amiche, e in giro per luoghi abitati da un mondo parallelo che rifugge la "normalità" degli adulti. Fluo, con il suo linguaggio inedito e contaminato e nel suo stile immaginifico, narra di storie di vita di giovani degli anni novanta, che vivono una loro esistenza accelerata, dissipatoria, talora irresponsabile, e sono insieme trasgressivi e sognatori, iper-consumisti e super-omisti.

E' il secondo libro che mi capita di leggere di questa autrice, del primo non ho capito assolutamente niente... il che è confortante... di questo invece ho delle considerazioni da fare.
La scrittura non mi piace, forse non essendo più alla soglia dei 18 anni è un linguaggio che non mi si addice, ma lo trovo difficile da seguire, troppo spezzettato con parole inglesi e da marche conosciute di abbigliamento e quant'altro. La storia di per sè potrebbe essere più comprensibile se vivessi in una cittadina più grande, e se avessi qualche anno in meno. Gli eccessi raccontati in questo libro, anche immedesimandomi, o immaginandomi ai miei 18 anni, sono troppo "eccessivi". Quando per me il massimo dell'estremismo era portare gli anfibi, jeans sfilacciati e fumare la sigaretta in pubblico dimostrando una certa sicurezza, qui la "quasi normalità" è andare alle feste lesbo, prendere di tutto in fatto di droga, accettare passaggi dagli sconosciuti, non tornare nemmeno a casa, sfidare tutte le regole possibili, allora per me diventa un libro inconcepibile.
Da un'altra angolazione invece, è un libro che mi è piaciuto, perchè mi ha fatto sentire felice e fortunata che i miei eccessi fossero più contenuti, fortunata perchè i problemi famigliari descritti (o la totale mancanza di famiglia, che forse è diverso) non mi sono toccati, fortunata perchè ho saputo dire di no quando mi hanno offerto della droga, fortunata perchè ho ancora dei principi che la società non è stata in grado di risucchiare nel vortice della superficialità e della noia. Ecco, quando alla fine di un libro ti senti fortunata per tutto questo, allora forse è un libro da salvare.

***Ieri pensavo solo a correre, stanotte voglio non muovermi e guardare la luna color luce che arriva su questa riviera giovane mangiando un altro giorno mentre io quaggiù posso solo guardare e sperare che qualcosa sia successo e che qualcosa succederà prima che anche l'ultimo giorno che mi resta entri per sempre nella sua pancia.
Voglio che il mio cuore batta sempre e voglio la vita addosso, il cielo sopra, la sabbia sotto e l'amore sempre tra le mani come un gelato al limone mangiato in riva al mare in un pomeriggio di maggio quando il più bello sta per cominciare e continuare come prima, così veloce e così immortale.***

giovedì 11 settembre 2008

IL VAMPIRO - John W. Polidori -

*** (voto 3/4)
Autore : JOHN WILLIAM POLIDORI
Edizione : Studio Tesi
Prima edizione 1984

QUARTA DI COPERTINA: The Vampyre di John Willian Polidori, apparso nel 1819 su "New Monthly Magazine", primizia della letteratura macabra inglese, si presenta come l'archetipo di ogni futuro vampiro, come un perfetto repertorio degli elementi tipici del racconto dell'orrore. Tuttavia l'originalità maggiore di questa creatura letteraria sta nella movimentata storia della sua pubblicazione, fatta di smentite e di attribuzioni contestate. In questo volume il lettore potrà trovare , oltre a The Vampyre e alle illustrazioni che lo commentano, il Frammento di Byron da cui Polidori elaborò il suo racconto, e diversi altri scritti fra cui lettere e pagine di diario che fanno luce sui momenti salienti della vicenda editoriale di The Vampyre.

La sensazione è quella di vedere il film originale, dopo averne visto il rifacimento.
Mi spiego meglio: come dalla quarta di copertina, si capisce che non è il famosissimo Dracula, il primo vampiro della letteratura, ma Il vampiro di Polidori, seguito poi da Carmilla di Le Fanu. Ecco il fatto è che siamo abituati a vedere/leggere vampiri moderni, e i classici da cui sono nati, fanno un po' sorridere e quasi lasciano in bocca un sapore amaro, quasi un "tutto qui"???? La storia di per sè è carina, anche se ho preferito di gran lunga Carmilla, più suspense e più caratteristiche horror, questa storia invece, è un po' insipida... Polidori la partorisce in 3 giorni e nasce come un racconto breve, non tanto come romanzo. Perciò non ci si può aspettare la storia di un vampiro alla Anne Rice moderna. Dalla sua però ha una caratteristica fondamentale: dà il via al vampiro bello, affascinante, ben vestino, al quale nessuna donzella può resistere. Questa è una caratteristica importante che ritroviamo poi nei vampiri moderni, che hanno di fondo la caratteristica di essere assetati di sangue ma con signorilità...
Sostanzialmente non è un racconto brutto, anzi, si possono leggere tra le righe molti romanzi moderni, e forse per l'epoca era veramente impressionante, ora fa un po' sorridere.
Il Frammento di Byron da cui si è ispirato invece non mi è piaciuto affatto. Ho apprezzato di più il terzo racconto, La sposa delle Isole di Anonimo. Racconto direi quasi alla pari con Il Vampiro stesso.
Per concludere, questo libro come anche Carmilla, per gli amanti dei vampiri, deve essere letto per capire su che basi poggia il vampiro moderno, leggetelo però cercando di capire in che anno è stato scritto, e quanto innovativo poteva essere per il tempo.

sabato 6 settembre 2008

LASCIAMI ENTRARE - John Ajvide Lindqvist -

**** (voto 4/4)
Autore : JOHN AJVIDE LINDQVIST
Edizione : Farfalle Marsilio I Gialli
Prima edizione Ottobre 2006

QUARTA DI COPERTINA: A Blackeberg, quartiere degradato alla periferia ovest di Stoccolma, il ritrovamento del cadavere completamente dissanguato di un ragazzo segna l'inizio di una lunga scia di morte. Sembrerebbe trattarsi di omicidi rituali, ma c'è anche chi pensa all'opera di un serial killer. Mentre nel quartiere si diffonde la paura, il dodicenne Oskar, affascinato dalle imprese dell'assassino, gioisce segretamente sperando che sia finalmente giunta l'ora della rivalsa nei confronti dei bulletti che ogni giorno lo tormentano a scuola. Ma non è l'unica novità nella sua vita, perchè Oskar ha finalmente un'amica, una coetanea che si è appena trasferita nel quartiere. Presto i due ragazzini diventano più che semplici amici. Ma c'è qualcosa di strano in Eli, dal viso smunto, i capelli scuri e i grandi occhi. Emana uno strano odore, non ha mai freddo, se salta sembra volare e soprattutto, esce di casa soltanto di notte...
Lasciami entrare è una tenera e crudele storia d'amore, vendetta e vampiri, un racconto fantastico e commovente sul dolore dell0infanzia e la forza dell'amicizia, dove sangue e orrore devono piegarsi alla potenza dell'amore e alla voglia di vivere.


Prima di entrare a far parte della grande comunità di Anobii, questo autore non sapevo nemmeno che esistesse... Sono tanti gli scrittori veramente bravi che fanno successo non in Italia, o che rimangono nell'ombra, un vero peccato perchè questo libro, pur trattando di vampiri, è un libro prettamente sull'amicizia.
E' vista sotto molti aspetti, si parla dell'amicizia che lega il protagonista alla bambina vampiro, che diventerà un'amicizia profonda e indissolubile, si parla di quella tra gli alcolizzati di uno stesso gruppo, che si danno man forte l'uno con l'altro quando uno di loro viene ucciso e una aggredita (spoiler: si trasformerà poi in un vampiro lei stessa, ma si ucciderà alla luce del sole, e l'uomo di lei innamorato, cercherà di farsi giustizia trovando purtroppo anche lui la morte), l'amicizia che lega i bulli della scuola, che faranno di tutto pur di continuare a umiliare e trattare male i più indifesi...
Non è sempre vero però che il bene trionfa, si certo, giustizia è fatta, ma a quale prezzo? Quanti sacrifici umani e morali si dovranno fare?
Un libro davvero profondo come pochi, ha saputo trattare un tema così difficile e complesso facendolo passare per un libro horror/thriller. Lettura consigliatissima.